Descrizione
Era dedicato a San Salvatore ed era diviso in tre navate e doveva avere un importante ruolo nella società contadina di un tempo, perché al suo interno contava ben sette altari e molte opere d’arte di artisti famosi come i De Rossi (o Pancalino), ai quali nel 1572 fu commissionata una pala d’altare raffigurante il Cristo della quale però si sono perse le tracce.
Due colonne rossicce grezze che si possono ammirare sul piazzale della chiesa sono testimonianza dell’antica costruzione così come il sepolcro che si trova all’interno della chiesa. Fino a inizio Ottocento qui si seppellivano i defunti, solo dopo le leggi napoleoniche i cimiteri furono spostati, per motivi di igiene, fuori dai centri abitati ma il sepolcro sotto il pavimento della chiesa è ancora lì a dimostrazione che la parrocchia moderna fu costruita sulle stesse fondamenta di quella antecedente.[1]
Non sappiamo esattamente quando la chiesa abbia assunto l’aspetto odierno, indicativamente possiamo affermare che a metà dell’Ottocento essa fu profondamente trasformata: sicuramente il motivo principale del rinnovo non è stato l’aumento di dimensioni ma piuttosto la volontà di creare una chiesa più moderna e spaziosa. L’edificio passò da tre navate ad una unica e dei sette altari ne rimasero solamente cinque, quelli della Madonna del Rosario, dell’Angelo Custode (questi due sono quelli che rimasero della chiesa di San Salvatore), di San Luigi, della Trasfigurazione e il maggiore. La nuova chiesa fu intitolata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo nel 1854.[2]
Oggi al suo interno possiamo trovare numerose opere di pregio come “Madonna con Gesù Bambino” del 1633, la statua lignea dell’Angelo custode del 1670-1680, il dipinto a olio su tela raffigurante Santa Lucia con S. Stefano e S. Lorenzo, ma di sicuro la più importante è la “Trasfigurazione”: si tratta di un gruppo di statue lignee che raffigurano Gesù Cristo, i profeti Mosè ed Elia, gli apostoli S. Giacomo, S. Pietro e S. Giovanni, attribuite (anche se non da tutti gli esperti) allo scultore Garaventa attivo tra la fine del XVIII e l’inizio del XIV secolo.[3]
[1] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[2] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[3] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
