Nel corso del XVI secolo la parrocchia fu addobbata e ampliata: nel 1583 fu fondato l’altare di San Salvatore e un anno dopo quello di Sant’Anna, fu costruito un frontone per rendere più luminosa la struttura, fu rinnovata la fonte battesimale e fu spostato il confessionale. [1]
Secondo i visitatori di inizio Seicento la chiesa era assai decorata e ricca. A dimostrazione di ciò sono le diverse opere realizzate dai più importanti artisti di quell’epoca, come i De Rossi che nel 1617 realizzarono “L’ancona della Madonna della Maestà” e un crocifisso, quest’ultimo perduto nel tempo.[2]
La chiesa nel Cinquecento e Seicento doveva mostrarsi a due navate e l’ingresso, diversamente da oggi, si apriva tra la struttura e la canonica, verso Sud. Il coro doveva essere il fiore all’occhiello della parrocchia, infatti, veniva descritto come un gioiello realizzato in legno di noce situato al termine della navata principale.
Nel 1709 l’edificio venne ristrutturato in maniera importante, tanto che vi sono documenti che dimostrano che non poteva nemmeno essere celebrata la Santa Messa a causa dei restauri. I lavori interessavano principalmente la facciata verso Ponente, che poi diventerà la principale, e il lato Nord che fu completamente demolito per permettere l’ingrandimento della chiesa. La navata laterale, la sacrestia e il campanile sono state costruiti probabilmente in epoche diverse come dimostrato dall’indipendenza dei muri e nel cambio dello stile di costruzione. La semplicità della facciata è dovuta alla mancanza di risorse della parrocchia tanto che, a inizio 1700, per completare i lavori, si dovettero vendere alcuni terreni che erano di proprietà della chiesa. [3]
Di altri interventi si posseggono poche notizie ad eccezione dell’altare principale realizzato in marmo da Agostino De Ferrari nel 1758, e della ristrutturazione del campanile danneggiato da un fulmine nel 1885. Nel 1936 il sacerdote dovette vendere dell’oro per ristrutturare il tetto che era in condizioni critiche. [4]
Malgrado la mancanza di fondi, l’interno della Parrocchia di Sant’Antonio è molto grazioso e curato, oggi gli altari sono cinque e sono intitolati all’Angelo custode, alla Madonna del Carmine, alla Madonna del Rosario, alle Anime purganti; l’altare maggiore è impreziosito da uno splendido crocifisso del Maragliano. [5]
Oltre al crocifisso è attribuita ad Anton Maria Maragliano, la statua in legno raffigurante la Madonna con il Bambino in braccio. La Madonna offre suo figlio al mondo con la mano destra e il Bambino ha le braccia aperte verso l’umanità; il vestito ondeggiato di Maria è rosso, blu e decorato d’oro. La statua, situata dall’altare della Madonna del Carmine, se pur non è firmata, è attribuita al famoso scultore per la vastità di dettagli e la bellezza dell’opera. [6]
[1] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[2] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[3] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[4] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[5] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
[6] S. Kuthy, “Le chiese, le cappelle e gli oratori di Riva, Deglio, Tovetto e Tovo”
